Il cadavere del Cnel va seppellito non resuscitato. Leggi la dichiarazione di Carlo Calenda all’assemblea generale della Confcommercio e ti chiedi: ma a pronunciare queste parole è il ministro dello sviluppo economico del governo che ha appena nominato un nuovo presidente del Cnel? La domanda sorge spontanea visto che le candidature per far parte dell’assemblea del Cnel verranno vagliate dal governo di cui Calenda fa parte.
Candidatura a cui, ci tocca notare come Confimprenditori, non sembrano aver rinunciato le associazioni che nel referendum dello scorso 4 dicembre erano schierate per il Si e dunque per l’abolizione del Cnel. Confimprenditori non ha mai definito il Cnel un cadavere né ha assecondato la campagna demagogica che puntava ad abolirlo. Tuttavia già mesi prima del referendum aveva cominciato a proporre una riforma del Cnel mirata ad abbatterne i costi con criteri di autofinanziamento, ad allargare la partecipazione attraverso criteri trasparenti di rappresentanza, restituendo all’ente la funzione per cui era nato. La nomina di una figura autorevole come Tiziano Treu a presidente del Cnel dovrebbe indurre il governo a chiarire quali sono le intenzioni dell’esecutivo sull’ente viste certe, legittime, dichiarazioni di suoi autorevoli esponenti.
Insomma il Cnel è un cadavere da seppellire o una risorsa per il paese da rendere finalmente funzionale ed efficace? E se è un cadavere che verrà seppellito chi scriverà, quando e come le nuove regole della rappresentanza? Siamo in attesa di capire.