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Russia. Stop all’embargo

Abbiamo un problema di embargo, se per caso ce ne fossimo dimenticati. L’Italia, specie in questi anni di crisi ha avuto nella forza dell’export uno dei pochi, se non l’unico, motore della propria economia. Purtroppo con molti problemi che non sono ancora stati risolti. E che forse sono stati volutamente trascurati.

Le nostre imprese, le piccole, le medie come le grandi, infatti, si sono trovate di fronte a ostacoli calati dall’alto e non dipendenti da loro, come le limitazioni imposte per le merci e i servizi in vendita verso alcuni Paesi, a partire dalla Russia. Purtroppo, alle promesse e alle battaglie fatte dalla Lega mentre era all’opposizione per la cancellazione di tale embargo, non sono seguiti i fatti.

Eppure, solo verso Mosca avevamo una quota di esportazioni di circa 10 miliardi di euro nel 2015, il 2,4% del nostro export totale, mentre ora siamo passati solo all’1,6%. Un declino grave, di certo non trascurabile. Ora, le limitazioni sui beni diretti verso la Russia sono la conseguenza di tensioni geopolitiche sovranazionali che coinvolgono gli equilibri mondiali, tra Washington, Pechino, Bruxelles e Londra. Ma questo non vuol dire che non si possa fare nulla. Anzi.

Proprio mentre ricorre il settantesimo anniversario della nascita dell’Alleanza Atlantica, bisogna sottolineare che tanto è più ferma e convinta la nostra partecipazione strategica e ideale a tale fronte, tanto è poi più facile concedere delle deroghe per quanto riguarda il business. E tali deroghe possono aiutare a “normalizzare” i rapporti.

Se la nostra collocazione geopolitica è chiara, insomma, si può e si deve tornare ad avere rapporti standard con Mosca. Anche perché verso quel Paese esportavamo circa 10 miliardi di euro di beni prima dell’embargo mentre adesso siamo poco sopra i sette, con un calo del 30%, mentre nei confronti degli altri Paesi è salita mediamente di altrettanto. Tanto che la percentuale dell’export verso la Russia sul nostro complessivo si è sostanzialmente dimezzata.

Sono cifre che non dovrebbero essere ignorate, ma qui sembra che il tema sia stato dimenticato insieme alle promesse fatte fino a un anno fa. Invece, sia a livello economico che politico bisognerebbe tornare al più presto a fare “business as usual”: dialogare, coltivare gli interessi, le relazioni reciproche. Anche e soprattutto con Mosca. È interesse nostro ed è interesse di tutti. Anche perché, “dove non passano le merci passano gli eserciti”.

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17 Ottobre 2024

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