La flat tax è tornata di moda, rilanciata anche per famiglie e imprese. Il governo ha anche deciso una riapertura dei termini della rottamazione ter, cioè di una procedura che consente agli italiani di mettersi in pace con il fisco e che ha avuto un grande successo, visto che vi hanno aderito finora un totale di 1,5 milioni di italiani. Perciò ben venga una sistematizzazione del caos che si è creato fino a qui nel rapporto tra erario e cittadini. Ma serve anche riordinare (e semplificare) il sistema fiscale, altrimenti il problema tornerà a ripresentarsi in breve tempo. D’altra parte, al di là di flat tax e rottamazione ter, anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nelle sue considerazioni finali ha sottolineato quanto sia necessario per il Paese procedere ad una riforma fiscale. Come sa ogni impresa, ogni lavoratore autonomo, ogni cittadino che paga le tasse, infatti, il nostro sistema di riscossione è farraginoso, complesso, a tratti incoerente e vessatorio. E per quanto furbi e disonesti ci siano sempre, è anche vero che la stratificazione delle regole rende difficile essere a posto anche agli specchiati. Pertanto la rottamazione fiscale ha ancora più senso quando è premessa di un intervento strutturale teso a creare un rapporto sano tra Stato e italiani. Tanto più che questo “condono” non riguarda i grandi evasori ma i piccoli contribuenti che spesso sono in difficoltà. Basta guarda le misure previste: rateazione, saldo e stralcio per chi è in difficoltà, chiusura cartelle “preistoriche”, sconto per chiudere le liti. Tanto è vero che sono 21 milioni gli italiani con debiti tributari, ma circa la metà per meno di mille euro. A conferma che più che a un “popolo di evasori”, siamo davanti a cittadini che hanno difficoltà a rapportarsi con le complessità (per non dire astrusità) del fisco. E il sistema di repressione e coercizione, da solo, non funziona. Anche perché il rapporto è deteriorato non solo per l’elevata pressione fiscale, ma anche per l’inversione dell’onere della prova, per cui nella giungla di regole e regolette risulta facile formulare un’accusa, tanto poi tocca al contribuente dimostrare la propria innocenza. Inoltre, per gli adempimenti tributari in Italia serve il 55% del tempo in più rispetto ai concorrenti europei (Corte dei Conti) con un costo che pesa sui bilanci delle imprese per il 4%. Ed è folle avere 10 diversi adempimenti da 100 euro ciascuno piuttosto che uno da mille. Adesso sono stati riaperti i termini per la rottamazione. E almeno si parla di riordinare il sistema fiscale – con le tasse che sono aumentate dal 41,9% del pil nel 2018 al 42,4% di quest’anno – e di flat tax per le imprese e le famiglie. Bene, perché liberare dal fisco inquisitore e ridare fiato ai contribuenti, lavoratori, professionisti, imprese o consumatori è l’unico modo per ridare un poco di slancio all’economia italiana, finita nel pantano.