Comprendiamo il senso dei messaggi di cautela in questa fine di estate: è comprensibile e condivisibile che il Ministro dell’Economia prevenga ogni propensione alla spesa eccessiva, ogni eventuale assalto alla diligenza.
Così come è saggio essere prudenti rispetto a una congiuntura economica europea che dà evidenti segni di frenata.
Tuttavia questo è soprattutto il momento del coraggio. Sarebbe un peccato se l’esecutivo si adattasse a concepire una manovra minimalista o rinunciataria. Anche su base pluriennale, sarebbe invece opportuno disegnare un percorso di riduzioni fiscali.
Da qui a fine legislatura, ci sono quattro leggi di bilancio da fare e c’è da attuare una delega fiscale con i relativi decreti delegati. Dunque, gli strumenti ci sono. L’essenziale è partire da subito e trasmettere a imprese e lavoratori il senso di un cammino nuovo e orientato alla crescita, non alla stagnazione e al piccolo cabotaggio.