Quando si parla di Made in Italy si fa riferimento a un mercato da oltre 500 miliardi, che da solo vale circa il 30% del Pil del Paese, di cui circa la metà passa per l’import e l’export via mare. Ad oggi, a causa del conflitto in Medio Oriente, il 35,4% delle aziende sta sperimentando forme di trasporto alternative a causa dell’aumento dei costi e dei ritardi nelle consegne e a partire da dicembre il volume dei container spediti attraverso il Mar Rosso si è ridotto drasticamente rispetto ai mesi precedenti.
Cosa ne pensa della giornata nazionale del Made in Italy?
Noi siamo favorevoli alla giornata del Made in Italy introdotta dal ministro Adolfo Urso e faremo in modo di partecipare e ravvivarla ogni anno. Voglio ricordare al ministro Urso però che non basta soltanto la giornata nazionale del Made in Italy: le piccole e medie imprese italiane soffrono da mesi a causa della crisi nel Mar Rosso. Oggi noi imprenditori abbiamo bisogno di un intervento da parte dello Stato, di un affiancamento e di un sostegno: questo è quello che chiediamo al ministro Urso. Voglio ricordare che ad oggi l’azienda Italia perde più di un miliardo al mese. Dobbiamo affrontare il problema affinché possa continuare a esistere la giornata nazionale del Made in Italy.
Parliamo della vostra Mission: cosa vuol dire “Confimprenditori?”
La nostra Mission è rappresentare tutte le nostre aziende associate. Come? In un modo diverso, innovativo. Noi ci definiamo una voce fuori dal coro. Oggi l’imprenditore deve essere rappresentato nella sua interezza attraverso un’associazione che vada a riportare i suoi bisogni. Intendiamo dare voce a tutte quelle piccole e medie Imprese che oggi non ne hanno, sostenerle in momenti delicati come quello che stanno vivendo ora portando i loro problemi di fronte al governo.
Quali sono i problemi maggiori riscontrati in Italia per le Piccole e Medie Imprese?
Oggi le problematiche presenti sono legate all’aumento dei costi e alla difficoltà nel reperire le materie prime. La crisi nel Mar Rosso genera condizioni ogni giorno più insostenibili per gli imprenditori. Il container che prima costava 700 euro oggi ne costa 3000: non ci sono più certezze. Questo è l’appello che faccio al ministro Urso: inizi a ragionare più da imprenditore. Non ascoltare oggi le imprese che chiedono da mesi un tavolo di confronto con il governo significa non ascoltare l’azienda Italia.
Quali sono i vostri principali servizi?
Abbiamo puntato a costruire un network di eccellenze. Oggi l’imprenditore deve ottimizzare i tempi. Attraverso la nostra rete è possibile ottenere un confronto con professionisti qualificati. Questo permette di avere risposte accurate e immediate.
Quale messaggio vorrebbe lanciare?
Continuiamo a resistere. A breve avremo risposte da parte del governo. Così come hanno già iniziato a sostenere le aziende danneggiate dal conflitto Russia-Ucraina dovranno dare una riposta anche a quelle aziende colpite dalla crisi nel Mar Rosso. Il Made in Italy non ha colore politico ma un unico colore: il nostro tricolore. Facciamolo ancora sventolare in tutto il mondo”.