Del Jobs Act resta ben poco a giudicare dai dati Inps
Sono rimasti i voucher: la montagna del Jobs Act ha dunque partorito un topolino stando ai dati dell’Osservatorio Inps. Le assunzioni a tempo indeterminato sono 743.695 con un calo del 33,7% sullo stesso periodo del 2015. Con un arretramento anche dei primi sette mesi del 2014 quando le assunzioni erano state 808mila. Nel 2015 per le assunzioni a tempo indeterminato era previsto uno sgravio dei contributi previdenziali per tre anni per un importo massimo di 8.400 euro all’anno strattera capsule 10mg. Per quest’anno, invece, lo sgravio è di solo due anni nella misura massima di 3200 euro. Cresce, invece, la vendita dei voucher. Nei primi sette mesi del 2016 sono cresciuti del 36,2% rispetto allo stesso periodo del 2015.
“Non siamo sorpresi del fallimento di questo esperimento. Questo rischia di compromettere tutto l’impianto del Jobs act – dichiara il presidente di Confimprendiotori Stefano Ruvolo. Limitare all’arco di un anno la politica di sgravi fiscali alle imprese per favorire le assunzioni è stata una scelta miope. Scelta buona solo per uno spot, ma del tutto insufficiente a gettare le fondamenta per un’operazione strutturale di rilancio dell’economia e dell’occupazione”. Insomma “il mantenimento delle politiche di agevolazione fiscale – propone il vertice di Confimprenditori – dovrebbe essere prolungato per un arco di tempo. Prolungarlo in un tempo sufficiente per agganciare la ripresa. Come? Sotto forma di detassazione dei salari e con l’abbattimento di una parte delle aliquote contributive delle piccole e medie imprese”.
“La speranza – conclude Ruvolo – è che d’ora in poi le associazioni datoriali siano maggiormente ascoltate e coinvolte nel processo decisionale delle riforme del mondo del lavoro: queste indicazioni sarebbero arrivate al governo prima di registrare questo primo e prevedibile fallimento del Jobs Act”.
