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Lo split payment è un’altra picconata alle Pmi

Appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale già vengono a galla le prime scelte dubbie del governo. Tra le chicche della manovrina, infatti, c’è l’allargamento dello split payment che investirà anche professionisti e imprese finora esclusi da questo provvedimento. Dal 1° luglio i professionisti che lavorano con la pubblica amministrazione, società partecipate dalla p.a. e società quotate, non incasseranno più l’Iva sulle proprie fatture.

L’estensione dello split payment ad avvocati, architetti, commercialisti ecc. è prevista dal decreto legge approvato dal consiglio dei ministri dell’11 aprile. Da luglio quindi anche l’Iva relativa a queste fatture sarà versata all’erario direttamente dalla pubblica amministrazione (o società quotata o partecipata) come già avviene quando a fornire il bene o il servizio è un’impresa. Il risultato però sarà veramente di breve respiro perché, a fronte di un miglioramento dei flussi finanziari della pubblica amministrazione (e un peggioramento di quello dei professionisti), si registrerà entro pochi mesi un aumento dello stock dei crediti Iva, cioè in definitiva dei mancati pagamenti della p.a. Un problema che il governo ha cercato di risolvere per anni, con risultati modesti.

L’estensione dello split payment, così come previsto dalla manovra, fissa in 310mila in più le piccole imprese che dovranno garantire, nel 2017, 1 miliardo di Iva. Vale la pena ricordare in cosa consiste lo split payment: all’impresa viene versato dall’ente della pubblica amministrazione l’ammontare dovuto per la prestazione al netto dell’Iva, poi l’ente di Pa si occuperà di versare l’Iva a debito dovuta.

Insomma  in nome della lotta all’evasione fiscale, rifugio ideologico di ogni operazione per far cassa, viene tolta liquidità alle aziende e ai professionisti per metterla nelle tasche di un erario sempre più vorace e bulimico. Non solo. In questo modo si registrerà un aumento dell’ammontare dei crediti Iva da parte della Pa ai privati. Una norma iniqua, punitiva e dannosa verso un’ampia platea di contribuenti che trasformerà professionisti e piccole e medie imprese in prestatori di liquidità per le casse dello stato.

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17 Ottobre 2024

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