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Aspettando la manovra d’autunno

L’Europa ha dunque promosso la manovrina – e per ora si allontana il rischio di procedura di infrazione a carico dell’Italia- a patto però che venga apparecchiata il più presto possibile la manovra bis prevista per il prossimo autunno.  Per il varo della manovra finanziaria, Bruxelles ha già dettato le proprie linee guida chiedendo all’Italia uno “sforzo di bilancio sostanzioso”, raccomandando di “spostare il carico fiscale dai fattori produttivi a tasse meno dannose per la crescita, reintrodurre la tassa sulla prima casa per i redditi elevati, riformare il catasto sono già state date le linee guida da Bruxelles.

La traduzione di questa formula è presto fatta: l’invito di Bruxelles consiste nel far scattare la clausola di salvaguardia sull’aumento dell’Iva a partire dall’inizio del prossimo anno oltre alla reintroduzione della tassa sulla prima casa contro la quale si è però già espresso il ministro dell’Economia Padoan. Questo però significa che la spada di Damocle dell’Iva, come detto più volte da Confimprenditori, non si è mai spostata da dove era, ossia sopra le nostre teste, e ancora più in particolare di quelle delle piccole e medie imprese. Per le quali l’aumento dell’Iva e il conseguente deprimersi dei consumi costituirebbe un colpo micidiale. Eppure di fronte a questo scenario allarmante di tutto si parla in Italia tranne che dei contenuti che verranno inseriti nella manovra fiscale d’autunno. Questo è molto grave e molto pericoloso. Il governo italiano abbia un sussulto di dignità e di responsabilità verso le imprese italiane. E ai pressanti inviti dell’Europa a politiche suicide per le Pmi – il 97% del tessuto produttivo nazionale – opponga un piano radicale di spending review sulla spesa pubblica improduttiva. Per questo chiediamo al governo di aprire un tavolo tecnico con i rappresentanti delle Pmi per studiare nuove misure di politica economica.

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17 Ottobre 2024

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