La legge di stabilità attende al varco il governo. Ecco perché è stata più che opportuna la scelta politica di derubricare la discussione sullo ius soli per concentrarsi su altro. Le urgenze dell’Italia sono altre e ben più pressanti. Sarebbe ad esempio il caso di parlare e risolvere definitivamente il problema dei debiti della pubblica amministrazione con le imprese e i privati: un debito che ammonta a 64 miliardi come certificato da Bankitalia.
I vari provvedimenti sblocca-debito messi in campo hanno soltanto scalfito ma non abbassato né tantomeno abbattuto il monte debitorio dello Stato con i privati. Ancora oggi le imprese si vedono pagate le proprie fatture con ritardi che possono arrivare a 500-600 giorni e tutto questo in barba alla minaccia di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea. Non ci spieghiamo come mai il governo Gentiloni possa restare tanto indifferente di fronte alla morte di duemila aziende che ogni anno falliscono per non aver incassato dallo Stato i propri crediti.
Vorremmo sapere perché lo ius soli abbia avuto così tanta importanza da scalzare quello che rappresenta un problema politico che incide profondamente il patto di fiducia con quello stesso Stato che poi esige implacabilmente il dovuto nei tempi prescritti. Le imprese sono il motore economico del sistema contributivo e occupazionale del paese ecco perché meritano la priorità nell’agenda politica del Paese. Si attivi la Cassa depositi e prestiti come agenzia pubblica in grado di anticipare i pagamenti alle imprese e di esigere il debito dello Stato.