Rivoluzionare le coltivazioni biologiche sfruttando serre e tecniche di lavorazione ad alto tasso di innovazione, uniche in Europa. E’ questo il progetto messo a segno da dalla Ferrari Farm a Petrella Salto, in provincia di Rieti, dove Giorgia Pontetti ha realizzato delle serre idroponiche, ermetiche e asettiche contro le contaminazioni esterne e della terra stessa, computerizzate e capaci di creare condizioni ideali di coltura in qualsiasi luogo della terra e non solo, perché proprio per la particolarità dei materiali usati tali coltivazioni potrebbero essere fatte anche nello spazio. Le macchine messe a punto da Giorgia Pontetti sono in grado di gestire la crescita delle piante nelle migliori condizioni climatiche e di irrigazione, dalla semina fino all’ultimo giorno di vita. Un’azienda familiare quella di Giorgia Pontetti che insieme al padre Antonio e alla sorella Valentina ha fatto della Ferrari Farm un punto d’eccellenza, fra i più tecnologici e innovativi a livello nazionale.
Le serre attualmente all’attivo sono tre di cui una è completamente isolata dall’ambiente esterno ed utilizza luce artificiale con lampade led che operano sulle lunghezze d’onda della fotosintesi. Tutte e tre le serre sono dotate di impianti di areazione con filtri per la decontaminazione ed automatismi per il controllo della temperatura, umidità e CO2. Non solo, i software di gestione da remoto ma anche l'”hardware” sono stati curati e adattati a specifiche esigenze ed è tutto messo a punto e creato nell’azienda: ad esempio, i vetri della serra sono uniti con particolari guaine e il sistema progettato consente di sopportare ampi sbalzi termici; caratteristiche che li rendono adatti anche a zone con problemi sismici. La resa? In circa 100 metri quadrati di coltivazione vengono raccolti 200 chili di pomodori alla settimana. Inoltre sono pomodori perfetti sia nella forma e nel colore che nel gusto. Non contengono nickel, che viene assorbito dalla terra inquinata, e quindi assolutamente sicuri per chi soffre di allergia a questo metallo. Pensare che il 10% della popolazione mondiale è allergico al nickel.
Un progetto del genere permette di coltivare in qualsiasi area, anche in quelle desertiche o in aree molto inquinate grazie proprio a particolari filtri utilizzati, si presta perciò ad essere esportata. Dalle serre idroponiche vengono fuori conserve, nettari di frutta, sughi, salse, paté, sott’oli, sott’aceti, omogeneizzati. La particolarità della linea di trasformazione aziendale sta nel fatto che è stata progettata secondo gli standard degli impianti di dimensioni “industriali”, mantenendo però la caratteristica di produzione di carattere “artigianale” e lavorando con la tecnica del sottovuoto. Fra i progetti realizzati da Giorgia Pontetti anche il robot farm una macchina automatica in grado di coltivare in autonomia dal seme fino al momento del raccolto, pensata per la coltivazione urbana indoor. Idee per un futuro migliore con un’unica parola chiave: ecosostenibilità.