Temo che il mondo politico italiano (con apprezzabili eccezioni) stia sottovalutando la gravità delle scelte sui tassi compiute dalla presidente della Bce Lagarde.
Questo continuo rialzo, sommato a una comunicazione ansiogena che preannuncia ulteriori salite, avrà l’unico effetto di rattrappire la crescita.
La cosa è particolarmente preoccupante per l’Italia, il cui Pil stava e sta dando segni di vitalità (come si sa, ben al di sopra di Francia e Germania in questo inizio d’anno).
Davvero non si capisce per quale ragione, anziché spingere con misure espansive, si insista con questo rialzo del costo del denaro, i cui effetti sono già scritti: mutui più cari, liquidità più costosa, contrazione degli investimenti (per le imprese) e dei consumi (per le famiglie).
Rischia di crearsi un clima di sospensione e di attesa: nell’incertezza (e nella paura), mi fermo, consumo di meno, investo di meno, rinvio decisioni importanti aspettando tempi migliori. Ma questa è esattamente la ricetta per fermare l’economia, anziché per incoraggiarla.
E il risultato paradossale è che la “medicina” non servirà a nulla, perché la nostra inflazione deriva dai rincari dei prezzi di energia e materie prime. E’ lì che bisogna incidere.
Stefano Ruvolo, Presidente di Confimprenditori