A novembre la fiducia di famiglie e imprese torna a calare secondo le rilevazioni dell’Istat e scendono anche le aspettative sulla situazione economica del paese. Pessimismo viene espresso dagli italiani anche sull’andamento dell’occupazione. Si tratta evidentemente di un’altra Italia rispetto a quella raccontata dal governo secondo cui la crisi sarebbe stata superata e il paese avrebbe agganciato la ripresa. Una narrazione che non corrisponde in nessun modo alla reale situazione del paese dove ancora pesano l’altissimo tasso di disoccupazione, l’esplosione del lavoro precario, l’assenza di politiche economiche strutturali e l’incosciente distrazione sui conti pubblici fuori controllo e sul debito, capitoli su cui l’Europa è tornata a formulare moniti e avvertimenti. Come se nulla fosse invece si continuano a formulare proposte come l’allargamento del bonus di 80 euro alle famiglie invece di pensare una politica economica che favorisca strutturalmente la crescita con tagli strutturali del cuneo fra stipendi e costo del lavoro. Promesse di elargizioni senza credibilità mentre si porta a 67 anni l’età minima per la domanda di assegno sociale.