La realtà supera la fantasia, e così accade che i rottamatori del Cnel, i crociati per la sua abrogazione siano gli stessi che oggi nominano il nuovo consiglio di Palazzo Lubin. A firmare le nomine per il rinnovo del consiglio del Cnel, è la stessa Maria Elena Boschi che fino a pochi mesi fa, in veste di ministro per le Riforme, guidava la battaglia referendaria per l’abrogazione dell’ente di via Lubin. L’ente più costoso e inutile della storia” come lo definiva l’ex premier Renzi. Crociata, quella per l’abrogazione del Cnel, che ha visto protagonisti anche quelle sigle datoriali che oggi siedono di nuovo a Palazzo Lubin.
Così vanno le cose in Italia e non c’è da stupirsene troppo. Tuttavia resta la domanda: quale sarà la funzione del Cnel nei prossimi mesi? Perché da quanto ci risulta l’atmosfera che circola nelle stanze di Palazzo Lubin è quella di una circospetta rassegnazione a una sopravvivenza che non deve far rumore, così da salvare insieme sia i doveri procedurali di rinnovo del consiglio sia la faccia di quei politici che hanno scatenato contro il Cnel un’offensiva senza precedenti. Così che di questi ultimi non si possa dire quanto è stato già detto, ossia che ciò che non sono riusciti ad abrogare si sono preoccupati di occupare.
E’ una domanda che Confimprenditori – che in queste ore paga il suo No convinto al referendum costituzionale – ha continuato a porre in tutti questi mesi proponendo una riforma del Cnel che ne preveda la riorganizzazione e soprattutto l’autofinanziamento. Ma i mesi successivi alla nomina di Tiziano Treu, mesi che ci saremmo aspettati appunto occupati dalla riflessione sulla funzione del sopravvissuto Cnel, sono stati invece impegnati, oltre che da un’indebita coda di polemiche contro l’ente, dalla tessitura silenziosa della sua nuova composizione.
Sul futuro del Cnel ci piacerebbe sentire una parola dal presidente del consiglio Paolo Gentiloni per esempio, dalla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, dal segretario del Pd ed ex premier Matteo Renzi. Anche dalla più alta carica dello Stato il presidente Mattarella che nel suo ruolo è chiamato a tutelare la dignità e l’onorabilità di questo ente.