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COME ACCEDERE ALLE AGEVOLAZIONI DEL “CURA ITALIA”

Momenti, giorni, settimane difficili. Con il governo che per fronteggiare l’emergenza economica ha approvato un decreto denominato “Cura Italia”, ora all’esame del Parlamento per l’approvazione definitiva. Un provvedimento in cui è finito di tutto, ma insufficiente sia per il suo ammontare complessivo, sia perché in alcuni casi – come i 600 euro “una tantum” alle partite Iva – risulta quasi un’offesa. Tuttavia, come Confimprenditori, vogliamo comunque dare un supporto, elencando le misure a disposizione per chi fa impresa e le modalità per usufruirne. Sono infatti previste agevolazioni per commercianti, professionisti, dipendenti e artigiani; credito d’imposta per sanificazione luoghi di lavoro e per negozi e botteghe condotte in locazione, misure di sostegno finanziario alle PMI, come anche rinvio e sospensione di mutui, tasse e tributi. Vediamo, allora, nel dettaglio, cosa è previsto e come procedere.

Tralasciando il contributo, misero, di 600 euro per gli autonomi, guardiamo direttamente alle misure di sostegno alle PMI. Facendone richiesta direttamente alla banca o ad altro intermediario finanziario, le micro, le piccole e le medie aziende, possono ottenere una moratoria sui prestiti contratti prima del 17 marzo. In pratica, le linee di credito non possono essere revocate fino al 30 settembre 2020. Inoltre, fino a quella stessa data, è possibile sospendere tutti i pagamenti.

Lo stesso vale per i mutui, con il piano di rimborso delle rate o dei canoni oggetto di sospensione che può essere dilazionato, insieme a tutti gli elementi accessori e senza alcuna formalità. Inoltre, è facoltà delle imprese richiedere di sospendere soltanto i rimborsi in conto capitale. Per questo imprenditori e titolari di impresa dovrebbero verificare direttamente con chi gli ha erogato il prestito (banche, società di leasing o altri intermediari finanziari), anche perché saranno tenuti ad autocertificare un calo, anche parziale, delle attività.

C’è anche qualcosa per gli affitti. Le aziende locatarie di negozi e botteghe potranno usufruire di un credito di imposta pari al 60% del canone di affitto del solo mese di marzo. E, inoltre, interessa solo alcune attività di piccole dimensioni che hanno, in modo comprovato, sofferto direttamente per il diffondersi dell’epidemia. E poi sono prorogate le scadenze fiscali, i versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria. Senza dimenticare che è stato rinviato di due mesi il termine per approvare i bilanci

Alle imprese che procederanno a sanificare gli ambienti di lavoro viene riconosciuto un credito d’imposta per il 2020 pari al 50% delle spese sostenute, ma solo fino a un massimo di 20 mila euro, e comunque fino all’esaurirsi della dotazione di 50 milioni. In ogni caso, bisogna aspettare il decreto attuativo. Lo stesso vale per il Made in Italy e l’internazionalizzazione: è istituito un fondo che eroga finanziamenti a fondo perduto, ma siamo in attesa di norme secondarie.

Nei prossimi giorni seguiremo l’iter parlamentare di conversione del decreto, come anche l’emanazione dei necessari decreti attuativi e di ogni altra procedura necessaria, cercando di darne notizia. Perché, pur riconoscendo gli errori e le manchevolezze del provvedimento, ci rendiamo conto che è necessario fare ogni sforzo e utilizzare qualunque arma a disposizione per proteggere le imprese, i lavoratori e tutti coloro che sono stati colpiti da questa emergenza.

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17 Ottobre 2024

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