Un piccolo imprenditore con una buona idea realizzata che diventa un lavoro, una piccola impresa. Di come ce ne sono tante in Italia. Questa è la “Garage Srl” l’azienda che il friulano Andrea Comand, il fondatore, ha lasciato in eredità ai suoi cinque dipendenti.
Andrea Comand è morto lo scorso luglio, a causa di un tumore, ma prima che tutto ciò avvenisse, dopo aver ricevuto la diagnosi, ha deciso quale sarebbe stato il futuro della sua impresa: passare dalle sue mani a quelle dei cinque dipendenti che con lui avevano seguito “Garage Srl” di Mortegliano, in provincia di Udine, sin dai primi passi. Passata la fase iniziale di riorganizzazione del lavoro, l’officina ha riaperto proprio in questi giorni nel solco di un desiderio espresso proprio da Comand.
A gestire l’attività sarà ora un gruppo di cinque persone che con Comand aveva contribuito a lanciare l’officina: un’impiegata amministrativa, un esperto di elettronica e automatizzazione, un responsabile della linea di collaudo, dal direttore tecnico e responsabile dei cambi automatici e un tecnico di meccanica generale e oleodinamica. Una decisione che i lavoratori hanno accolto con una lettera di ringraziamento, pubblicata sul Messaggero Veneto. “Come sempre ci ha spiazzati – si legge nella lettera pubblicata sul quotidiano a firma di Dorina Bulfoni, Andrea Benvenuto, Andrea Cuzzolin, Giuliano Fabro e Simone Zanin – con i suoi gesti istintivi, diretti, concreti, impegnativi ma fatti con il cuore. Ci ha insegnato a camminare da soli perché non era una persona gelosa del suo sapere ma orgogliosa di far crescere le persone che aveva scelto alle sue dipendenze. Siamo stati sempre coinvolti, partecipi, spronati al fine di raggiungere gli obiettivi aziendali: sempre tutti insieme, come insieme abbiamo affrontato il suo periodo di malattia. Il nostro motto – prosegue ancora la lettera – è stato sempre quello: ‘Non lasciamolo solo ma stiamogli accanto come una famiglia’. Lo abbiamo fatto, lo faremo restando una famiglia unita e facendo vivere il sogno di Andrea: per ringraziarlo di ciò che ci ha dato ma soprattutto per fargli ‘vedere’ che grande maestro è stato donandoci le sue quote insieme alla sua fiducia”.
Le doti di un piccolo “artigiano”, profondamente radicato al territorio come in molti lo ricordano fra i commenti apparsi a corredo della lettera dei dipendenti. L’amore per il proprio lavoro e la voglia di vedere una propria idea, come la creazione di un’impresa, diventare realtà e continuare nel tempo hanno permesso a questa piccola azienda di diventare patrimonio di tutti quelli che ci hanno creduto e investito. Da dipendenti a proprietari per un progetto che qualche anno fa era solo un’idea su carta. Quella di Andrea Comand è una storia che restituisce a questa Italia ancora segnata dalla crisi, l’immagine di un paese dove non tutto è perduto e soprattutto la dimensione umana, ma anche epica ed eroica delle piccole e medie imprese. Luoghi dove la differenza fa l’unione intorno a un progetto comune, dove insieme proprietari e dipendenti lavorano per costruire ogni giorno il futuro. Questo patrimonio immenso Andrea Comand lo ha lasciato ad un Paese che troppo spesso ignora il valore dei suoi uomini migliori.