Tra le svariate promesse elettorali che abbiamo sin qui ascoltato non ci pare d’aver sentito nessuno dare una parola di garanzia per la prossima legislatura sul pagamento di 30 miliardi di euro che lo stato deve alle imprese per lavori e forniture erogate. Dai pellegrinaggi espiativi promessi da un ex presidente del Consiglio se non fosse riuscito a risolvere il problema – non s’è vista né la soluzione né il pellegrinaggio – si è piombati ora nel più assoluto silenzio. Silenzio rotto, prima di Natale, solo dal deferimento dell’Italia alla corte Europa, un provvedimento a cui la politica ha risposto con qualche sommesso sospiro.
Il sottosegretario Gozi ammettendo che in effetti il problema c’è – ma va? – il ministro Poletti che si deve cercare di fare il massimo, il ministro Padoan – la settimana scorsa – rivendicando la riduzione della media dei pagamenti di qualche giorno. Come se le oltre duemila aziende che falliscono ogni anno per non essere riuscite ad avere dalla Pa quanto loro è dovuto si possano consolare con le medie sui pagamenti forniti da Padoan. Sembrano infastiditi lorsignori dall’argomento, come se dovessero ragionare di una concessione da fare e non d’una vergogna nazionale da emendare. Tuttavia devono sapere che è su casi come questi che imprenditori e aziende misurano che cosa sia un voto utile.