Endorsment dell’Economist al “no” al referendum del 4 dicembre. “Non sarà un dramma. Lui ha buttato via due anni,ora riforme vere” – L’Italia “dovrebbe votare no al referendum” e le eventuali dimissioni di Matteo Renzi potrebbero non essere una “catastrofe” e aprire la strada a un “governo tecnico”. E’ quanto scrive l’Economist, in un editoriale. “Questo giornale crede che No è come gli italiani dovrebbero votare”, si legge nell’articolo, perché “la modifica alla Costituzione promossa da Renzi non affronta il problema principale, cioè la riluttanza dell’Italia a fare le riforme”. Inoltre Renzi ha fatto approvare “una legge elettorale per la Camera che dà immenso potere a qualunque partito ottenga la maggioranza nella Camera bassa”.
Adesso, dopo che Renzi “ha già buttato via quasi due anni ad armeggiare sulla riforma della Costituzione”, “prima l’Italia torna alle vere riforme, meglio sarà per l’Europa”. L’Economist respinge anche le tesi di “investitori e molti governi europei” che temono che la vittoria del No possa comportare il “terzo domino, in un rovesciato ordine mondiale, dopo la Brexit e l’elezione di Donald Trump”. In realtà, secondo il giornale, le eventuali dimissioni di Renzi “potrebbero non essere una catastrofe” perché “l’Italia potrebbe mettere insieme un governo tecnico, come avvenuto molte volte in passato”. E se “un referendum perso veramente dovesse causare il collasso dell’euro, sarebbe un segno che la moneta era così fragile che la sua distruzione sarebbe stata solo una questione di tempo”.