Marina Calderone, presidente dell‘Ordine nazionale dei consulenti del lavoro, intervistata a Roma durante la manifestazione sull’equo compenso. A seguire l’intervista intera e link all’intervista
Una manifestazione sull’equo compenso, ben riuscita e per portare avanti una battaglia liberale e di civiltà…
Quella sull’equo compenso è una battaglia di legalità prima di tutto. E’ importante richiamare al valore della prestazione professionale e al fatto che questa va ben oltre il compenso che deve essere adeguato alla preparazione tecnica dei professionisti e all’approccio etico e deontologico della prestazione professionale resa ai cittadini, allo Stato e alle istituzioni. E allora una battaglia sull’equo compenso è una battaglia sulla valorizzazione di un settore che tanto fa anche in termini di occupazione per il nostro paese ma è soprattutto un modo per far sì che i nostri giovani possano vivere di professione dignitosamente, investendo in formazione.
Confimprenditori sta conducendo una battaglia contro l’allargamento della platea di professionisti che dal 1° luglio sono soggetti allo split payment. Qual è la posizione dell’Ordine nazionale dei consulenti del lavoro?
E’ sicuramente una norma che crea delle difficoltà in fase di applicazione perché in tal modo visto che il regime fiscale dei professionisti prevede già la ritenuta d’acconto, l’effetto finale è una doppia e un serie di certificazioni e visti di conformità che rendono i processi meno fluidi e meno semplici. Ci sono più adempimenti in generale per noi professionisti e poi per gli stessi cittadini. Questa eccessiva burocratizzazione fa diventare l’Italia meno attrattiva nei confronti di chi invece dovrebbe venire qui ad investire. Le professioni credono nel paese, credono nelle possibilità di poter invece costruire un paese più semplice ed è per questo motivo che nasce un’alleanza strategica fra il Cup e la Rete delle professioni tecniche perché uniti possiamo sicuramente presentare al meglio la summa dei valori e delle competenze dei talenti di 2milioni e trecento mila professionisti italiani.
