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Nuova Web Tax, Confimprenditori: farà chiudere aziende e startup

Roma, 02 dic – L’iter parlamentare della nuova Web Tax, quella che, secondo la bozza delle legge di bilancio, dovrebbe prevedere l’allargamento della tassazione a tutte le aziende del settore digitale, prosegue, ma non senza attriti. A intervenire sulla questione è stata nei giorni scorsi l’associazione Confimprenditori, direttamente da Piazza Madama.

Confimprenditori in Senato, contro la nuova Web Tax

La proposta, per come è stata formulata, vorrebbe applicare un’imposta al 3% sui ricavi (e non sugli utili) a tutte le PMI e startup. L’intero ambito rischierebbe così di esserne affossato. Un’idea che ha incontrato un’opposizione bipartisan, come dimostrano i tanti emendamenti presentati al fine di apportare modifiche al testo.

La tassa è stata introdotta anni fa dall’Italia e rivolta esclusivamente ai giganti del mondo online, tra i quali figurano Google, Meta, Microsoft e così via. L’obiettivo, in origine, era quello di garantire che i colossi potessero contribuire all’economia del paese, pur gestendo le loro sedi principali in altri territori.

Riportiamo di seguito le parole di Stefano Ruvolo, presidente di Confimprenditori. Sono state condivise su Facebook e pronunciate durante la conferenza stampa al Senato per la presentazione del report intitolato “L’impatto della Web Tax sulle PMI” a cura del Centro Studi di Confimprenditori.

“L’estensione della Web Tax alle piccole e medie imprese significherà la chiusura di migliaia di aziende e startup italiane impegnate nel settore tecnologico. L’approccio proposto dal ministro Giancarlo Giorgetti ci appare frettoloso e potenzialmente dannoso. Non possiamo permetterci di trasformare un’opportunità di equità fiscale in un freno allo sviluppo economico del Paese, gravando le imprese che già pagano le tasse in Italia di un’ulteriore imposta inizialmente pensata per le Big Tech.

Insieme a lui Maurizio Gasparri. Il presidente dei Senatori di Forza Italia, in un post su X, ha ribadito la propria posizione, contro l’allargamento della Web Tax.

Non vogliamo una espansione demagogica. Le piccole e medie imprese non sono equiparabili a Google, Amazon e gli altri colossi che usano la rete per i loro enormi interessi. Siamo di fronte ad una questione democratica.

Le proposte di modifica al testo non arrivano solo dalla maggioranza, ma anche dall’opposizione. E il governo non sembra del tutto escludere l’ipotesi di un dietrofront, almeno parziale. Torneremo presto sul tema.

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