La centralità del settore assicurativo è condivisa da tutti gli attori strategici del tessuto economico, ma c’è anche chi teme nuove misure che possano inseguire le pretese dell’Ue sull’ecologia. «L’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali sarebbe il colpo di grazia alla proprietà immobiliare diffusa».
Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa (nella foto), dice la sua, e in maniera molto chiara, via Twitter. Le novità arrivate dall’assemblea dell’Ania danno modo a molte organizzazione di prendere posizione. «Noi siamo contrari da sempre perché riteniamo che il meccanismo si tradurrebbe in un’ulteriore patrimoniale della casa.
Il paradosso è che si parla molto più di come assicurare gli immobili per i danni causati dalle calamità naturali rispetto a come evitare i danni causati dalle calamità naturali, in primis dai danni dal terremoto. Andando dietro al Nord Europa che pensa solo al green – la stessa Europa che in molta parte però non ha il problema dei terremoti come l’Italia – noi stiamo trascurando una vera emergenza. E non la risolviamo attraverso l’assicurazione obbligatoria», spiega al Giornale Spaziani Testa.
La legge di Bilancio del 2024 ha già introdotto qualcosa di molto simile per le imprese italiane. Le stesse che dovranno assicurarsi entro la fine di quest’anno. Del resto, proprio come emerso durante l’assemblea nazionale di Ania, i danni derivanti dalle catastrofi naturali, solo nell’arco del 2023, corrispondono a 6 miliardi. Un dato che costituisce un record. Federico Iadicicco, presidente dell’Anpit, ritiene «giusta» l’obbligatorietà assicurativa da eventi causati dalle catastrofi naturali «sia per le imprese sia per i privati».
«Ma è necessario – aggiunge – immaginare strumenti di iper-deducibiltà fiscale per le aziende, ad esempio fino al 150%». Stesso meccanismo per le persone fisiche: «Bisogna immaginare – chiosa Iadicicco – sistemi di detrazione o deduzione». Insomma, sì a progresso e prevenzione, ma senza mettere le mani nelle tasche degli italiani. Per Confimprenditori, ancora, è necessario che le polizze obbligatorie siano sostenute da «maggiori contributi». Confimprenditori sostiene che i contribuiti per le imprese siano «in calo».
Nella giornata in cui viene posto più di un accento forte sul futuro, compreso quello climatico, la Cgil riesce invece a polemizzare. «Riteniamo non sia stata evidenziata a sufficienza l’importanza di una gestione condivisa degli impatti dell’innovazione tecnologica sul mondo del lavoro assicurativo», afferma Susy Esposito, segretaria della Fisac Cgil, in relazione all’assemblea dell’Aina.