Dopo la nomina alla presidenza del Cnel del professor Tiziano Treu – a cui Confimprenditori rivolge i migliori auguri di buon lavoro – siamo ora alla vigilia del rinnovo dei componenti il consiglio dell’ente, operazione che, a rigore, dovrebbe concludersi prima della pausa estiva dei lavori parlamentari.
Per Confimprendtori è questa un’occasione propizia e gradita per sottoporre all’attenzione del Parlamento italiano, ai ministri della Repubblica e ai sottosegretari dei dicasteri, il contenuto di una proposta di riforma del Cnel che la nostra associazione aveva formulato già alla vigilia del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre, referendum che tra le altre cose aveva come obiettivo l’abrogazione dell’ente, accusato d’essere un’istituzione ormai inutile, obsoleta e soprattutto eccessivamente costosa.
Confimprenditori invece sosteneva, e lo sostiene ancora oggi, che lungi dall’essere un ente inutile e obsoleto il Cnel, se riformato secondo criteri di efficienza e radicale compressione dei costi, rappresenti un ente strategico per garantire uno spazio di riflessione interno al mondo del lavoro e di confronto con la politica, soprattutto in un tempo di acuta crisi della rappresentanza e di crescente tensione sociale. Non solo: il Cnel dovrebbe essere l’ambito in cui, grazie alla sinergia con il mondo della cultura e dell’università, vengono elaborate e discusse le idee che orientino mondo del lavoro e della politica in una realtà sempre più complessa
D’altra parte il Cnel non costituisce il caso di un’anomalia italiana: come è infatti noto esiste il Cese, Comitato economico e sociale europeo di cui nessuno, a quanto ci risulta, ha mai chiesto l’eliminazione.
La riforma immaginata da Confimprenditori prevede dunque un allargamento dei poteri del Cnel con la possibilità effettiva per l’ente di formulare proposte di legge; prevede soprattutto il totale autofinanziamento del Cnel da parte delle associazioni datoriali e sindacali che ne vogliano far parte. Questo nell’idea di una partecipazione democratica ai momenti istituzionali della rappresentanza e del principio di autodeterminazione e di autofinanziamento delle associazioni.
Le associazioni datoriali e sindacali dovranno dunque versare una quota congrua per partecipare al Cnel in rappresentanza delle istanze e degli interessi dei loro iscritti andando così a costituire anche un fondo di emergenza a cui possano attingere gli imprenditori in difficoltà. Come quelli colpiti dall’ultimo terremoto che ha devastato il centro Italia.
L’augurio di Confimprenditori è di poter discutere prossimamente all’interno del Cnel la proposta di riforma dell’ente elaborata dalla nostra associazione anche assieme a quelle associazioni che, schierate ieri per la sua abrogazione, ma oggi di nuovo insediate come componenti dell’ente, saranno sicuramente disponibili a un suo piano di riforma radicale.
Siamo naturalmente a disposizione di chiunque voglia discutere con Confimprenditori in merito alla riforma del Cnel, così da avere la possibilità di illustrare la nostra proposta in maniera più dettagliata e articolata.
Ringraziando per l’attenzione
porgo un cordialissimo saluto
Presidente Confimprenditori
Stefano Ruvolo