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“Ocore”, la startup che produce navi in 3D

Architetti e ingegneri uniti per la creazione di prodotti in 3D. E’ questo il progetto di Daniele Cevola, architetto navale e degli ingegneri Francesco Belvisi e Mariga Perlongo ed è così che stanno lavorando da tempo alla creazione della prima barca a vela da competizione con la stampa 3D. Quello nautico per iniziare, ma non è questo l’unico settore al quale vogliono rivolgersi i tre giovani siciliani che proprio in questi giorni si sono aggiudicati il premio nazionale per l’innovazione 2017.

Ocore“, acronimo di Organic Core-anima organica, lavora sulla tecnologia sviluppata, che combina produzione additiva e robotica e può essere applicata in altri settori per la creazione di oggetti di grandi dimensioni ma ad alte prestazioni. Il progetto di questa startup, entrata a far parte del consorzio Arca dell’università di Palermo, rientra nel settore del fintech, ambito che in Italia sta avendo molto seguito.

“Ocore” nasce ufficialmente nel 2014 con la nascita di Livrea Yacth, uno studio di progettazione e costruzione nautica. Iniziano proprio in questo studio le prime sperimentazioni con la stampante 3D. Una fase divertente di questo lavoro che però amplia le conoscenze e le possibilità della start up e dei suo creatori. Utilizzare una stampante 3D permette di ridurre i tempi di costruzione, snellendo i processi di produzione e modificando il mondo della manifattura: componenti di grandi dimensioni vengono realizzati facilmente utilizzando proprio la tecnologia robotica, con materiali compositi polimerici avanzati.

Prototipi e stampi in materiale termoplastico riciclabile diventano oggetti quotidiani, piccoli tasselli per creazioni molto più grandi incentrate sul mercato delle plastiche rinforzate con fibre di carbonio e vetro ad alte prestazioni e sull’integrazione dei processi di produzione digitale. Da tavole da surf a strutture di grandi yacht interamente costruite attraverso il primo robot di stampa 3D ad alte prestazioni, senza modelli e stampi, superando i problemi della stampa 3D tradizionale.

La nautica è stato il settore scelto per mettersi alla prova e vincere la sfida, ma le applicazioni sono innumerevoli in tutti quei settori che richiedono il massimo di prestazioni e leggerezza. E così arriva uno dei primi progetti della “Ocore”: la costruzione dell’imbarcazione da competizione MiniTransat del 2019, che dovrà però essere pronta fra marzo e aprile del 2018 per partecipare alle gare di qualificazione. Fioccano i contatti e le richieste per la “Ocore” che oggi si gode questo meritato premio ma che di difficoltà negli anni ne ha avute.

“Problemi tecnici, economici ma quello che ci ha permesso di andare avanti è stato anche l’essere aperti ad altri professionisti, il fare rete e lo scambiarci idee in una crescita continua”, spiegano i tre soci pronti a continuare su questa strada, consci che questo premio è solo un primo tassello di un mosaico ancora tutto da riempi

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17 Ottobre 2024

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