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Ora tocca alle Pmi. Altro che Alitalia

Il premier Paolo Gentiloni è molto preoccupato per la situazione di Alitalia dopo il no del referendum interno sull’accordo per i tagli e il rilancio. E anche Confimprenditori è preoccupata del fatto che dopo avere assorbito quasi 8 miliardi di contributi statali a fondo perduto possa ricominciare una politica di assistenzialismo per un’azienda che nei 34 anni precedenti l’amministrazione controllata ha chiuso per 20 volte il bilancio annuale in deficit.

Siamo preoccupati che ci sia qualcuno che per garantire ad Alitalia un altro anno di vita pensi a un prestito ponte di mezzo miliardo di euro coinvolgendo Cassa depositi e prestiti, ipotesi che Padoan ha scongiurato durante il question time alla Camera e che è stato, invece, proposto dalla leader della Cgil Camusso.

Come associazione datoriale siamo preoccupati per il fatto che un’azienda che ha una spesa di manutenzione del 40% superiore a quella media del panorama internazionale e che continua a perdere oltre due milioni di euro al giorno – una struttura insomma che è fuori di ogni parametro di efficienza – continui a suscitare in molti la tentazione di un intervento pubblico. E’ arrivato il momento di dire basta. E’ fondamentale, in questa vicenda, chiudere il serbatoio dei contributi pubblici verso una realtà che è riuscita a tenere in equilibrio un management disastroso e un sindacalismo irragionevole.

Ora piuttosto è tempo che il governo pensi alle piccole e medie imprese le quali non solo non fanno clamore quando sono costrette a chiudere i battenti a causa della crisi ma sono spesso costrette a fallire perché lo stato non paga i debiti che la Pubblica amministrazione con loro. Cassa depositi e prestiti deve perciò essere messa in campo per risarcire gli oltre 60 miliardi di debito che le pubbliche amministrazioni continuano ad avere con le aziende private. Questa è  una vergogna che va sanata ora. Altro che Alitalia.

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17 Ottobre 2024

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