La tecnologia applicata alla finanza. E’ questa l’innovazione che sta rivoluzionando il mercato della domanda e dell’offerta. Ed è su questo settore che ha puntato un gruppo di giovani informatici e sviluppatori di app, creatori di Satispay, startup italiana di fintech, la prima che è riuscita ad entrare nella classifica delle top 100 aziende fintech al mondo stilata dalla società di consulenza KPMG e da H2 Ventures, società di investimenti focalizzata su fintech, Big Data e intelligenza artificiale.
Nel rapporto annuale Fintech100 vengono segnalate le migliori aziende che stanno innovando il settore dei servizi finanziari, identificando i 50 principali leader del settore, e anche le 50 stelle emergenti, società che si sono distinte nello sviluppo di tecnologie e pratiche innovative per il settore finanziario. Proprio nella categoria Emerging stars è stata inserita la startup guidata da Alberto Dalmasso (32enne ceo e co-founder insieme a Dario Brignone -34 anni- e Samuele Pinta, 34 anni tutti e tre cuneesi), che ha sviluppato un servizio di mobile payment, basato su un network alternativo alle carte di credito e debito.
“È per noi un grande onore essere la prima azienda italiana a essere inserita nella classifica mondiale Fintech100. Abbiamo creato Satispay proprio per cambiare le regole del gioco, modificando le abitudini di pagamento dei consumatori e per aprire un mondo di opportunità anche per gli esercenti”, spiega il ceo Dalmasso. Dal 2013 a oggi, Satispay conta 18 mila esercenti e 160 mila utenti. Fra i marchi che hanno già integrato Satispay come sistema di pagamento: Esselunga, Coop, Trenord, Benetton, Caffè Vergnano, Venchi, Domino’s Pizza, Grom, MyChef, Gruppo Cigierre, Total Erg, Kasanova, Repsol, Freddy, Moleskine, Arcaplanet, MC2 St. Barth, Sorelle Ramonda, Vivigas.
Ma come funziona Satispay? Una volta iscritti e impostata la somma prepagata di cui si desidera disporre su Satispay, è possibile scambiare denaro con i contatti della propria rubrica telefonica e pagare presso esercenti fisici e online convenzionati. Il servizio è completamente gratuito per gli utenti, mentre agli esercenti viene richiesto un obolo di 20 centesimi di euro per ciascuna somma superiore ai 10 euro ricevuta dai clienti. È necessario collegare un conto corrente o una carta prepagata dotata di Iban a Satispay, per trasferire automaticamente ogni settimana delle somme da utilizzare per pagare in mobilità, inviando anche piccole somme agli amici. I consumatori possono pagare commissioni da 80 centesimi per ciascuna operazione di addebito sul conto, effettuate da banche come Unicredit e Banca Intesa, nell’intento di ricaricare il conto Satispay. Satispay viene considerata il WhatsApp dei pagamenti.
Un vero successo quello di Satispay che è riuscita ad imporsi in un settore che in Italia sconta un po’ di ritardo e investimenti ancora contingentati. Basti pensare che, secondo i dati emersi da un’indagine del parlamento a giugno gli studiosi hanno messo a confronto la percentuale delle startup italiane su quelle del resto del mondo in quattro settori: agroalimentare, industria 4.0, turismo e finanza. Nel primo caso sono l’11% del totale, nel secondo caso il 10% e nel terzo il 2%. Quando si analizza la finanza, sono meno dell’1%. 115 sono in Italia e hanno ottenuto 33 milioni di euro di investimenti su un movimento globale di 70 miliardi. L’inchiesta mostra anche come nel 2016 nel Belpaese il fintech abbia raccolto 50 milioni di euro di investimenti distribuiti su 150 aziende. Messo a confronto con il Regno Unito, il mercato italiano è una formica. Oltre Manica gli stanziamenti hanno sfondato un miliardo di euro.