Con l’arrivo alla Camera della legge di Bilancio si ipotizza, dopo quello dell’Iri, un emendamento che rinvii di un anno l’abolizione degli studi di settore. Piuttosto il governo pensi a emendare il perdurante scandalo dei debiti della Pubblica amministrazione con le imprese. Una situazione assurda che ha attirato sull’Italia i duri richiami dell’Europa. I dati, come noto, sono allarmanti: le stime della Banca d’Italia parlano di oltre 60 miliardi di debiti commerciali inevasi dalla Pa. Che cosa si aspetta ad intervenire? Che altre duemila aziende falliscano entro la fine del prossimo anno?
Si approfitti allora di questa legge di bilancio mettendo in campo una proposta che Confimprenditori agita da mesi: la Cassa Depositi e Prestiti diventi l’ente che anticipa almeno l’80 per cento del credito dovuto alle aziende che vantino crediti certi liquidi ed esigibili con gli enti territoriali e le Asl. Dopo il Salva-banche adesso serve un Salva-imprese per quelle aziende che lo Stato ha messo in ginocchio. Un’operazione che sarebbe peraltro a costo zero.