Attenzione, il tessuto produttivo italiano è ancora in lotta per la vita
Senza polemica ma con amarezza, c’è da constatare che media e politica italiana tendono – anche comprensibilmente – ad occuparsi di molti temi rilevanti (Rai, Zelensky, riforme, per restare all’ultimo weekend), ma – assai meno comprensibilmente – rischiano di dimenticare la situazione delle nostre imprese, che sono ancora in lotta per la vita.
Il fatto che (miracolosamente, cioè grazie alle eccezionali qualità degli italiani e del nostro tessuto produttivo) le nostre aziende abbiano resistito al terribile triennio del Covid e dell’emergenza energetica non significa affatto che i problemi siano alle spalle. Anzi.
I dati di crescita economica sono incoraggianti, ma i nodi restano: pressione fiscale troppo alta, difficoltà nell’accesso al credito, oppressione burocratica, incertezza della giustizia civile. E non si può contare in eterno sulla capacità degli imprenditori e delle loro famiglie (e naturalmente di lavoratori e collaboratori) di resistere a ogni avversità.
Sarà bene che politica e media rimettano al centro questa priorità assoluta. Anche perché il lavoro chi lo crea? Solo le imprese, ma a patto che si consenta loro di respirare.
Stefano Ruvolo, Presidente Nazionale Confimprenditori